mercoledì 9 maggio 2012

Riforma della polizia locale. Quando arriverà?

Traggo spunto dalla storia di cui inserisco il link per dire cosa penso relativamente alla mancata riforma della polizia locale. L'attuale legge risale all'86 la numero 65 (L. 65/86). Già da allora, quando fu approvata, si pensava a modificarla perché non rispondeva alle reali esigenze della comunità in cui operava ed opera, soprattutto per la mancanza di tutele giuridiche che gli operatori subivano. Una piccola premessa, gli agenti della polizia municipale hanno in tutto e per tutto le stesse qualifiche delle altre forze di polizia, sono agenti di polizia giudiziaria, agenti di pubblica sicurezza (in ausilio quando richiesto), agenti di polizia stradale, agenti di polizia amministrativa, etc., l'unica differenza è nel territorio, in quanto operano funzionalmente solo nell'ambito del comune di appartenenza e nel tempo, svolgendo funzioni di polizia giudiziaria solo durante il servizio. Come avrete notato stesso carico di lavoro, ma senza offesa, molto più usurante del loro in quanto svolgendo i classici compiti di istituto, quale la polizia stradale e quindi viabilità, siamo più soggetti a malesseri fisici. Una delle prime cose strane è che nonostante quanto appena detto, noi non percepiamo una indennità di usura che invece prendono le altre forze di polizia (perché mai???), non abbiamo indennità di polizia giudiziaria come gli altri colleghi, percepiamo una indennità onnicomprensiva detta di vigilanza che dovrebbe compensare le varie funzioni sopra dette. L'arma in dotazione se per errore, fuori servizio, usciamo dal territorio di appartenenza, commetteremmo un reato (fortunatamente putativo) perché noi l'arma la possiamo portare anche fuori servizio ma sempre e solo nel Comune da cui dipendiamo, assurdo no? Poi, esistono polizie locali di primo e secondo ordine ma anche di terzo e quarto ordine, cosa voglio dire? Che la polizia locale di Milano è diversa da quella di Reggio Calabria, quella di Bergamo altrettanto rispetto a quella di Messina, etc., ciò si traduce in organizzazione lavorativa diversa, migliore efficienza, migliori condizioni lavorative, più soddisfazione economica, e così via. E' da parecchi anni che si parla di riforma della polizia locale, come anche di ridurre le varie forze di polizia secondo una direttiva dell'Unione Europea, visto che l'Italia è l'unico paese con tante polizie con compiti che si sovrappongono inutilmente, quindi perché non utilizzare il modello americano, una polizia di stato che si occupa di reati importanti e che richiedono il coordinamento nazionale e con il resto del mondo ed una polizia appunto locale che si occupa di microcriminalità, di preservare la tranquillità della comunità in cui opera, ovviamente coordinando il tutto con le la polizia di stato, insomma una fbi all'italiana e una polizia stile NYPD. Non è fantascienza, anzi, quindi accorpamento dei carabinieri, della polizia di stato, della guardia di finanza, del corpo forestale in un unico corpo con all'interno varie specializzazioni ed una polizia locale magari a livello regionale. In Parlamento ci sono depositate varie proposte di legge e disegni di legge inerenti la riforma, alcune ad iniziativa popolare altre da parte di alcuni parlamentari, ma sono ferme, ogni tanto se ne parla ma poi tutto si ferma, a nessuno interessa. Poi si mettono le amministrazioni locali a complicare il tutto, utilizzando per propri fini gli operatori della polizia municipale, decidendo cosa è giusto e cosa no. Insomma, cari politici, muovetevi, ora sono 26 anni che aspettiamo.

Notizia: fonte ASAPS

Giuseppe Falcone
Agente ribelle

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