giovedì 14 giugno 2012

Per capirci...

Vorrei precisare che il contenuto del post (Gira il mondo gira e gira anche il comando) non è quello di volere criticare i colleghi che lavorano dentro, lavoro peraltro prezioso e da molti fatto, a mio avviso, in modo professionale, ma il senso reale, anche se detto con toni a volte equivocamente ironici, era che non esiste un reale discrimine tra chi opera fuori e chi opera dentro. Questo problema è stato da me affrontato in una riunione sindacale con il Dott. Emilio, al quale ho detto esplicitamente che sarebbe bene, come avviene un pò ovunque, che ci fosse una reale differenza, misurabile in termini economici, tra il personale impegnato all'esterno e quello impegnato all'interno, differenza che si traduce appunto in un riconoscimento effettivo dei disagi derivanti dalla prestazione esterna in un contesto sociale disagiato come il nostro. Ho peraltro detto che il fatto che la mancata corresponsione dell'indennità di turnazione di oltre un anno, dell'indennità di disagio (contestata) ai turnisti e soprattutto quelli che fanno PIIS e che ogni settimana fanno una notte, annulla, di fatto, lo sforzo e i sacrifici fatti. Percepire chissà quando in busta paga (che oggi è uguale a quelli che fanno la settimana corta in quanto stiamo prendendo solo il tabellare e l'indennità di vigilanza come loro) quei 150, 200 euro in più, vuol dire non avere contezza del lavoro esterno, dei sacrifici, delle spese cui si va incontro (visto che dobbiamo autotassarci per fare un break, non avendo buoni pasto che invece dovremmo avere), ecc., con il fatto inoltre che per noi i festivi infrasettimanali sono considerati giorni normali non retribuiti diversamente e tanto meno recuperabili come diversamente avviene praticamente ovunque, porta sullo stesso piano il lavoro esterno con quello interno, tutto qui. Inoltre io mai lascerei il lavoro esterno per lavorare dentro, amo stare fuori, stare a contatto con le persone e quando possibile essere loro d'aiuto, ho iniziato così 10 anni fa e ho continuato a farlo in tutti questi anni e voglio continuare a farlo. Quindi se qualche collega ha visto in quel post un attacco alla loro persona da parte mia, ci tengo a precisare che così non è. Io ho solo la rabbia di chi non vede qualcuno dell'amministrazione che si faccia carico della polizia municipale in genere. Mi dispiace, ma penso che questo comando non sia all'altezza di una città metropolitana come Reggio Calabria, sia in termini di investimenti, di mezzi, di servizi, etc. Come disse una volta, l'attuale Presidente del Senato (Schifani) in una intervista su Rete4, quando si parlava della riforma della polizia locale: "...ma chi? i vigili dei mercatini...???", ebbene si, questo siamo a Reggio Calabria.


Giuseppe Falcone
Agente ribelle

1 commento:

  1. Scusa ma di quale città metropolitana parli? E poi di quale comando parli?
    Permettimi un paio di riflessioni:
    Per quanto riguarda la presunta città metropolitana, credo che Reggio Calabria sia davvero molto molto lontana dall'esserlo(eufemisticamente parlando!!), visto che credo che prima di essere una città metropolitana, occorra essere quantomeno una città (civile!!), dove i servizi funzionano e la macchina organizzativa in generale efficiente e non mi sembra che questi requisiti al momento sussistano, visto che in questa città non funziona un bel niente e quel poco che c'è viene distrutto e deturpato da queste autentiche bestie(senz'offesa per le bestie!!) dalle sembianze umane che popolano questo posto(con rarissime eccezioni!!); ma tanto l'importante è che ci sia il clima ed il mare giusto? (frase di una idiozia inaudita!!)
    Per quanto riguarda il concetto di comando di polizia non all'altezza, vale lo stesso discorso ; prima di essere un comando di polizia non all'altezza, bisogna essere un comando di polizia; a buon intenditor......

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